OpenAI considera l’acquisto di Chrome di Google, a seguito di una causa antitrust che potrebbe obbligare Google a vendere il suo browser.
OpenAI può seriamente acquistare Google Chrome
OpenAI sta esplorando l’idea di acquisire il browser Chrome di Google, una possibilità emersa dopo che Google è stata accusata di pratiche antitrust. Le autorità hanno messo in evidenza la posizione dominante di Google nel mercato delle ricerche online, minacciando l’equilibrio competitivo.
Se OpenAI acquisisse Chrome, avrebbe accesso a una piattaforma di ricerca globale, consentendo di raccogliere dati in tempo reale. Questo darebbe a OpenAI un vantaggio significativo nella creazione di SearchGPT, un prodotto che competerebbe direttamente con Google. Inoltre, potrebbe alterare gli accordi di Google con Apple e modificare gli equilibri nel mercato tecnologico.
Se la causa antitrust obbligasse Google a vendere Chrome, ciò non solo minerebbe il suo dominio nel mercato delle ricerche, ma potrebbe anche rivedere la sua posizione nei sistemi operativi mobili. L’acquisizione di Chrome potrebbe avere implicazioni di vasta portata per la pubblicità digitale e la concorrenza online, con potenziali cambiamenti nelle alleanze industriali.
ChatGPT usato per localizzare foto e persone
Molte persone stanno sfruttando le capacità visive del chatbot per localizzare le foto caricate online, ossia, capire dove sono state scattate e quindi localizzare le persone. Si parla di un potenziale rischio per la privacy di tutto il mondo.
“Abbiamo lavorato per addestrare i nostri modelli a rifiutare le richieste di informazioni private o sensibili” ha spiegato OpenAI al sito Techcrunch, aggiungendo misure di sicurezza volte ad impedire al modello di identificare individui. Monitoriamo attivamente ciò che accade ed adottiamo misure contro gli abusi delle nostre politiche di utilizzo sulla privacy”.
La principale novità di o3 e o4-mini è infatti l’opportunità di “pensare con le immagini”. Entrambi possono analizzare i dettagli in una foto caricata nella casella di conversazione, anche se di bassa qualità , per dedurre ragionamenti complessi e, a quanto pare, anche le coordinate geografiche del luogo rappresentato. L’analisi delle immagini, unita alla capacità di ricerca web, fa di ChatGPT uno strumento di localizzazione, come dimostrato dalle decine di prove che gli utenti del social X stanno postando. In particolare, sarebbe il modello o3 quello più efficace nel dedurre città , punti di riferimento e persino ristoranti e bar, da piccoli indizi visivi.
Stando ad alcuni test eseguiti dagli utilizzatori, ChatGPT non si baserebbe, per le sue risposte, sui metadati che spesso sono presenti nel file di una singola foto. “Ho cancellato i dati ‘exif’ circa la posizione dall’immagine e ho disabilitato la memoria dell’app” si legge su X. “Insomma, non c’erano indizi visivi evidenti e l’IA mi ha comunque risposto in maniera corretta, al 100%”.
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